11 Novembre: San Martino

In questo periodo dell’anno le giornate si accorciano, l’oscurità avanza minacciosa, le foglie cadono e un senso di morte e di freddo pervade l’anima. L’anima non ha più in sé quella solarità estiva che le proveniva dalla natura. Deve dunque trovare una luce nuova, una luce che nasca da dentro. San Martino è tradizionalmente la festa di questa luce interiore.

Nella tradizione contadina l’11 novembre finiva l’anno agricolo, data della svinatura e inizio del periodo invernale, quando la terra accoglie nel suo grembo quei semi che daranno nuova vita nella primavera futura. Con i bambini ci ritroveremo in villa per costruire le lanterne che accenderemo al tramonto e insieme, cantando, percorreremo i vialetti del presepe.

Il periodo che va dalla festa di San Michele alla festa del Natale diventa ogni anno occasione per sperimentare nel cammino interiore la nostra natura sovrasensibile grazie alle forze di luce di Michele che al nostro fianco ci sostiene nella lotta con il drago che dall’oscurità dell’inconscio ci minaccia. Ed è proprio grazie al rafforzamento delle facoltà dell’anima che possiamo giungere preparati al Mistero del Natale, quando nasce nella povera stalla il Divino Bambino, e vivere come esperienza interiore la nascita del Sole spirituale che trova nel solstizio d’inverno la propria espressione macrocosmica.
In questo particolare momento dell’anno, dunque, giunge da San Martino un gesto indicatore: nella libertà rinunciare ad una parte di sé per accogliere, nello spirito di condivisione, l’altro.

Questo è viatico per incontrare Gesù a Natale, per incontrare l’Essere divino che si è unito alla Terra per salvare l’umanità. Quell’umanità che ogni uomo può far vivere in sé se rinuncia al proprio egoismo.
L’estate di San Martino ogni anno ci ricorda il calore del cuore come indispensabile via al Cristo, con il sostegno delle forze di luce che Michele ci dona accompagnandoci al Natale. (tratto da internet).