

stauta Madonna del Tonnaro (XVI sec.)
Opera scultorea d’ignoto, in marmo bianco, risalente al XVI sec., rievoca i canoni del manierismo tosco – romano, divulgato in Sicilia e soprattutto a Messina, (tappa obbligatoria del Mediterraneo), da collaboratori di Michelangelo e dell’Ammannati. Conservata oggi nella chiesa delSS. Rosario di Castanea, ma la sua originaria ubicazione la vedeva esposta nella omonima chiesa del Tonnaro. Un’opera, questa, che dimostra di avere un’impostazione conservatrice, poiché l’artista non è riuscito a staccarsi dal peso del classicismo inteso come modello, allo stesso tempo si legge la volontà di rappresentare un plasticismo decorativo (vedi il mantello ricco di motivi floreali), castigato però dalle forme. La composizione, poggiante su una base ottagonale, ove in ogni lato vi è raffigurata una testa d’ angioletto, è statica nella figura della Madonna, ma morbidamente modellata nel panneggio dalle pieghe armonicamente cadenzate della veste e del manto della stessa, e leggermente mossa dalla gamba sinistra del bambino benedicente sorretto dal braccio sinistro della Vergine.
E’ tozza sia nelle dimensioni sia nell’audace rappresentazione d’ombre e luci, (tecnica virtuosistica ricercata invece nelle opere degli artisti più importanti del periodo). Le braccia della Vergine evidenziano una “forma chiusa”, mentre quelle del bambinello tentano con timidezza di smorzare la staticità compositiva dell’insieme alzandosi in segno di benedizione. La veste, fasciante le braccia e poi leggermente sbuffante, rappresenta l’abbigliamento tipico del periodo. I lineamenti espressivi delle figure sono morbidi e allo stesso tempo pesanti e troppo ricercati nel dettaglio e nel pittoricismo coloristico. Sembrerebbe una statua senza importanza, ma anch’essa tramanda una storia, la storia del nostro paese e, come tale, deve essere salvaguardata da altri eventuali saccheggiatori d’opere d’arte che in un non lontano passato ci avevano privato dell’ammirazione di questa testimonianza artistica.