Il restauro del dipinto “San Michele” di A. Patti (1809)

In data 30 settembre 2017 l’associazione “Giovanna d’Arco” chiede alla rinomata ditta GERACI RESTAURI s.r.l. il seguente preventivo:

Dipinto su tela raffigurante “San Michele Arcangelo” dimensioni m 2,80×1,85; appartenente alla Chiesa di Santa Caterina di Castanea Messina (ME).

 Fasi di restauro:

Rimozione di depositi superficiali incoerenti (polvere, etc.) a secco con pennellesse pronte retro del dipinto;

Ristabilimento parziale della adesione e della coesione (preconsolidamento) della pellicola pittorica propedeutico alle operazioni di consolidamento e pulitura nei casi di disgregazione e sollevamento della stessa;

Ricomposizione di tagli e lacerazioni del supporto propedeutica alle operazioni di foderatura; incluse asportazione di eventuali rifoderi;

Trattamento biocida della tela di supporto altri per l’eliminazione e la prevenzione di attacchi da parte di microrganismi e organismi biodeteriogeni; in clusi gli oneri relativi alla preparazione del prodotto e dalla eventuale schermatura semplice temporanea con materiale polietilenico per prolungare l’azione del biocida.:

Velinatura del recto del dipinto con finalità di sostegno o protezione, da effettuarsi con carta giapponese., preliminarmente ad operazioni di consolidamento, foderatura, movimentazioni;

Foderatura foderatura con doppia tela di lino con adesivi naturali (colla di pasta),

Rimozione della velinatura mediante spugnatura con acqua nel caso di incollaggi con adesivi animali o vegetali;

Montaggio ed inchiodatura del dipinto su un telaio ligneo di abete ad espansione nuovo;

Pulitura della superficie pittorica a solvente e a controllo meccanico:

Rimozione di sostanze soprammesse quali depositi coerenti ed aderenti, ridipinture, incrostazioni,

cataboliti di animali, sostanze organiche, ecc. effettuata con mezzi meccanici, con o senza

solubilizzazione o rigonfiamento della sostanza da rimuovere;

Verniciatura della pellicola pittorica: mediante applicazione a tampone, a pennello e per nebulizzazione di resine sintetiche in soluzione; con finalità di protezione e ristabilimento del corretto indice di rifrazione della superficie, fino a quattro stesure di vernice,

Reintegrazione della pellicola pittorica delle lacune e degli strati pittorici con tecnica tonale, mediante applicazione per stesure successive di colori ad acquarello o a vernice, con finalità di ricostituzione del tessuto cromatico e di riduzione dell’interferenza visiva delle lacune; operazione da concordare con la direzione dei lavori;

Verniciatura finale matt della pellicola pittorica: mediante applicazione per nebulizzazione di resine sintetiche opaca; con finalità di protezione e ristabilimento del corretto indice di rifrazione naturale della superficie, fino a quattro stesure di vernice.

 Nella primavera del 2018 per un dono della Provvidenza, grazie al “Presepe Vivente” si trovano i fondi necessari e la tela viene consegnata alla rinomata bottega e farà ritorno in Castanea nel mese di novembre rimessa a nuovo.

  

 Progetto di restauro

Supporto: tela a trama larga.

Preparazione: gesso e colla impastati con terra bruna.

Pellicola: pigmenti misti a olio.

Stato di conservazione: il dipinto presenta la superficie pittorica arida, con cadute di colore sparse soprattutto lungo i bordi e lacerazioni.

 

LO STATO DI CONSERVAZIONE DEL DIPINTO SU TELA

Principali cause di degrado che presenta il dipinto sono:

1.endogene (difetti nei materiali e nelle tecniche di esecuzione);

2.ambientali (legate in primo luogo alla umidità);

3.esogene (principalmente di origine antropica).

Principali cause endogene

In questi casi la causa del degrado è insita nella natura dell’opera stessa.

Si può trattare di materiali adoperati scadenti, inidonei o messi in opera

scorrettamente, come gesso impuro o colle mal conservate, impiego di tele non lavate, errori nella formulazione delle ricette per le preparazioni, pigmenti e vernici usati impropriamente o in quantità errate. In altre parole: ogni variante non opportuna nei materiali costitutivi o nei procedimenti adottati nella realizzazione dell’opera.

Principali cause ambientali

In questi casi il degrado è prodotto dalle condizioni ambientali in senso stretto, anche se frequentemente le stesse cause ambientali derivano, a loro volta, da perniciose trascuratezze e/o ignoranze.

Variazioni termoigrometriche:

sbalzi di temperatura e/o di umidità che rendono fragili le fibre della tela (depolimerizzazione della cellulosa che le compone), causano deformazioni della struttura che si ripercuotono sulla preparazione e sul colore. L’umidità permette anche la costituzione di alcune cause di danno esogene come: la crescita di funghi e batteri che si nutrono del materiale organico presente nell’opera, provocando danni chimici (attaccando il legante proteico delle preparazioni o la tela stessa), fisici (spolveramento delle preparazioni, sfibramento della tela) ed estetici (macchie, aloni,

fenomeni di corrosione).

Esposizione prolungata agli UV (raggi ultravioletti):determina la depolimerizzazione degli oli e delle vernici, con il conseguente inscurimento per fenomeni di fotossidazione. Inoltre, fenomeni fotochimici in genere in diversi materiali.

Principali cause esogene

In questi casi la causa del degrado è esterna rispetto all’opera o alle condizioni ambientali in senso stretto. Si tratta soprattutto di cause antropiche: incuria, disattenzioni, vandalismi (lacerazioni della tela o rotture del telaio), oppure sovrammissioni di cere, colle animali, oli, resine che col passare del tempo si ossidano, si irrigidiscono e si inscuriscono.

Per quanto sempre collegate a cause ambientali o antropiche, appartengono a questa categoria i danni provocati, direttamente o con le loro deiezioni, da organismi microbiologici e biologici.

PROGETTO DI INTERVENTO

DIPINTO

Come prima fase si procederà con la velinatura della superficie pittorica con fogli di carta riso incollati con colletta composta da collante organico misto a colla cervione, stesa a caldo col pennello;

L’operazione di foderatura, verrà realizzata utilizzando una tela, patta, fatta aderire con colla di pasta fredda sul retro del dipinto. Nella fase di stiratura è consigliato interporre un feltro fra la tela ed il ferro, in modo tale da preservare le pennellate materiche del colore. Il telaio mancante verrà realizzato estensibile a misura analoghe, in abete con rompitratta, previamente trattato a scopo preventivo con prodotti a base di Permetrina o prodotti antì xilofagi.

 

L’operazione di pulitura di un dipinto su tela sarà effettuata procedendo per gradi. Verrà innanzitutto rimosso lo strato di protezione ingiallito composto di vernici finali, che generalmente ingloba polvere e sporcizia, utilizzando miscele di solventi e diluenti idonei a questo scopo ( alcol, acetone, nitro, dimetil ecc.) mediante l’uso di pomaccioli di cotone. Un esame alla luce U.V., effettuata dopo la sverniciatura, permetterà di evidenziare le zone in cui sono presenti le ridipinture di precedenti interventi. Questi, a seconda dei materiali utilizzati, potranno essere rimossi con solventi idonei. Dopo aver protetto con una verniciatura il quadro si procederà alla reintegrazione pittorica tonale; questa sarà eseguita con colori ad acquerello e a vernice per il restauro. L’intervento, terminerà con l’applicazione per nebulizzazione della vernice finale opaca.

Il giorno 25 di novembre 2018 durante la celebrazione della solennità di Santa Caterina la tela viene riconsegnata alla comunità.